giovedì 18 ottobre 2012

CUORE DI MAMME: FRANCESCA E ALESSANDRA.

Sono diventate mamme lo stesso giorno, qualche mese fa, con la fecondazione assistita.
Hanno trentasette e quarantadue anni.
Non sono sposate, ma vivono in coppia da circa nove anni.
E abitano nella stessa casa, perché sono innamorate l'una dell'altra, e le due gemelle da entrambe fortemente volute per loro sono figlie di entrambe, anche se per la legge italiana l'unica madre è quella biologica, l'altra è una perfetta estranea, come fosse una semplice inquilina della casa.

la storia di queste due donne e della famiglia che hanno costituito ci è arrivata con nomi e cognomi solo perché una di loro è figlia di un noto personaggio del mondo musicale italiano. E hanno deciso di raccontare la loro storia a un noto periodico.
ma non sono certo l'unico esempio in Italia di famiglia omogenitoriale, a volte la legge e chi legifera non ce la fanno a star dietro ai mutamenti della società.


Per fortuna la coppia non si trova in ristrettezze economiche e ha potuto viaggiare. Approdate in Olanda hanno potuto praticare la fecondazione assistita, che da noi è vietata in alcuni  casi anche alle coppie etero, e chi le ha seguite nel percorso si è stupito non della loro unione né del desiderio di genitorialità, ma solo che non fossero ancora sposate.

ma perché non sono sposate? Non certo per mancanza di volontà, ma perché nonostante il nostro Stato per ora non voglia riconoscerle come coppia e famiglia, loro continuano a sentirsi cittadine italiane e non vogliono aggirare l'ostacolo andandosi a sposare e magari trasferendosi in uno di quei Paesi dove avrebbero un riconoscimento sociale.

In compenso un piccolo passo in avanti hanno potuto farlo perché risiedono a Milano, dove il sindaco Pisapia ha recentemente istituito un registro delle unioni civili, aperto anche (ma non solo) a coppie di conviventi omosessuali.Quindi per quanto riguarda gli atti di competenza del comune risultano una coppia a tutti gli effetti.

la nascita delle bambine fa inevitabilmente sorgere degli interrogativi che non sta a me risolvere e che ognuno considererà secondo la propria coscienza, credo  e visione della vita in generale.
ci si potrebbe chiedere ad esempio se mettere al mondo un figlio in una famiglia ancora così inconsueta e con diritti incerti non sia un atto un po' egoistico. Si potrebbe pensare con preoccupazione alle incomprensioni e derisioni a cui le piccole andranno probabilmente incontro all'ingresso nella vita sociale. Si potrebbe anche andare più in là negli anni con la fantasia e domandarsi se la sessualità delle gemelle non sarà condizionata dall'esempio familiare.

Credo che la lista dei dubbi potrebbe declinarsi in tanti modi quante sono le nostre visioni del mondo.
però le bambine esistono, e questa è una certezza.

Sono convinta che sia dovere di una società civile accoglierle nel miglore dei modi : con il cuore e anche con la testa. ma come si fa, ad esempio, a spiegare loro che la mamma che non le ha partorite ma le accompagna tutti i giorni a scuola e fa loro da mangiare, sui documenti non esiste? 

Io faccio i miei migliori auguri alla famiglia di Francesca e Alessandra, perché possa vivere nell'armonia e non avere più problemi di quelli che incontrano tutte le famiglie e le persone di questo mondo.

9 commenti:

  1. Difficile argomento impossibile da trattare in due righe. Cuore di mamme? Forse. Ma una piccola riserva (che forse hai anche tu) ce l'ho: diventare genitori vuol dire mettersi tra i propri figli e il mondo in atteggiamento di difesa quando non ci sono problemi se non quello del vivere quotidiano in situazioni comunemente accettate: e questo è amore. Ma se il mondo è pronto a sbranare perché non condivide le scelte fatte le prime vittime sacrificali saranno proprio quei figli di cui si è pensato: "anche io ho il diritto di diventare genitore" senza pensare al loro diritto di non essere discriminati. E questo non so se è amore.

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  2. Quella piccola riserva ce l'ho anche io, e ne ho tante altre sul diventare genitori in generale. Però essere genitori vnon vuol dire solo proteggere i figli, ma anche dar loro degli strumenti per vivere nella società e cambiarla nel loro piccolo con il loro esempio di vita.
    Intanto per fortuna in questo caso sono due e possono sostenersi a vicenda. E forse quei compagni che andranno alle loro feste di compleanno, conosceranno la realtà della loro casa ed entreranno nella loro normalità, a loro volta da adulti avranno meno pregiudizi e innescheranno un circolo virtuoso.
    Pensa quanti figli di extracomunitari ci sono ora nelle nostre scuole. Quando ero piccola io erano mosche bianche e le mamme tenevano i bimbi italiani alla larga da loro. Adesso in certi casi è ancora così, ma so di amiche che hanno imparato a fare il couscous dalla mamma marocchina di un compagno di classe, e a loro volta hanno insegnato le nostre lasagne.
    In Francia, dove forse i tempi sono più maturi, Hollande sta portando all'equiparazione totale le famiglie con genitori gay. Stanno sorgendo mille polemiche sull'uso dei termini per designare i genitori: le difficoltà cominciano già nel lessico, ma questo accade per ogni innovazione e non deve essere motivo sufficiiente per rinunciarvi.
    Scusa se mi sono dilungata tanto, ci tengo a precisare che questa mia risposta è a sua volta interlocutoria.

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  3. Da una parte il diritto di vivere la propria vita in libertà, dall'altra il problema di fare accettare questa libertà alla società precostituita. Un dilemma a mio avviso sintetizzato magnificamente in un aforisma di Alda Merini che dice: «Mi sveglio sempre in forma e mi deformo attraverso gli altri». Mi limito a generalizzare, la questione da te sollevata è tra i rompicapi più insidiosi della nostra epoca, ed è ancora tutta da risolvere. Un punto che considero fermo è senz'altro l'assunzione della responsabilità delle proprie azioni. Buon week-end, Curly.

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  4. Quel che hai detto, DOC, vale per tutti in tutti i casi. Grazie per la calzante citazione e buon week-end a te.

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  5. Per esperienza, posso dirti che i bambini soffrono moltissimo per l'instabilità famigliare. Instabilità famigliare che significa vedere i propri genitori separarsi, magari scannarsi e usare i figli come capro espiatorio, genitori che allargano la famiglia con altri compagni, con fratellastri e via dicendo. Non giudico nessuno, guardo soltanto. Ho visto, ad esempio, bambini che sono stati affidati a nonni e zii perché il genitore non aveva la possibilità economica di mantenerli: e in quella situazione familiare priva di genitori biologici ma ricca di amore stabile, quei bambini sono diventati adulti senza troppi intoppi. Mi rendo conto che è impossibile generalizzare e che discutere di questo argomento in poche righe non rende giustizia a ciò di cui stiamo parlando. Ma la stabilità degli affetti e la dimostrazione continua di amore è la cosa principale per un figlio.

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  6. Ops.... Mi è sfuggito il tasto "pubblica". Concludendo... Volevo dire che secondo me se c'è amore forte, stabile e concreto, la natura sessuale dei genitori può andare in secondo piano. Mi associo a ciò che hai detto rispondendo ad Anthea.

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  7. @Veronica: il dubbio di Anthea, che in parte è anche mio, non riguarda tanto l'ambiente familiare nel suo interno, quanto lo scontro inevitabile con i pregiudizi altrui.
    Per il resto, chi respira amore ed armonia in casa sarà più attrezzato per riprodurli a sua volta.

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  8. Bel rompicapo antropologico. Ecco il pensiero del mio amico don Cosimo (che è anche il mio): importa quanto amore mettiamo in una convivenza familiare, più che la forma e la modalità della stessa convivenza. Infatti i modelli familiari possono variare nel tempo: durante l'impero romano era normale che il padre/marito avesse diritto di vita e di morte sui figli o, nella società ebraica, che il marito potesse ripudiare la moglie per futili motivi. Ora ci pare inumana una società così palesemente maschilista. Ciò che ora fatichiamo ad accettare (le unioni omosessuali anche "feconde") in futuro le accetteremo con maggiore serenità. Cosa è normale e cosa non lo è? Una risposta provvisoria potrebbe essere che è normale (e bello) tutto ciò che è governato dall'amore e dal rispetto profondo per l'altro/a, mentre è anormale tutto ciò che è sotto l'egida del possesso, della violenza e, in generale, della mancanza di sguardo affettuoso verso l'altro/a.

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  9. Peccato essere tanto lontana, mari, altrimenti potrei venire anche io a messa da Don Cosimo...
    Credo che la tua (la vostra) sia la risposta più equilibrata che si possa dare.
    buona serata.

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