giovedì 23 maggio 2013

LA BAMBINA E LE FARFALLE.

Quando ero bambina trascorrevo delle interminabili estati in una casa di montagnache si trovava fuori da ogni rotta: non c'era un paese, ma solo dei gruppetti di case con giardino disseminate senza apparente ordine.
Fra i miei divertimenti di allora ce n'era uno un po' crudele: catturare le farfalle.
Mi aggiravo per i prati con una retina e davo la caccia a certe farfalline blu che volavano piano piano, le uniche alla portata della bimba poco agile che ero.
Avevo poi costruito loro una specie di casetta trasparente in una scatola di plastica , che avevo arredato anche con dei fiorellini.
Trattenevo per un giorno lì le mie prigioniere, per poter osservare il loro volo da vicino e le sfumature di colore, cosa che in natura sarebbe stata difficile ai miei occhi poco efficienti.
Era uno spettacolo di bellezza e di grazia che volevo far mio ad ogni costo, ipnotizzante, che mi faceva sognare un mondo più bello e colorato, più armonioso.
Poi la sera aprivo la piccola prigione e liberavo le farfalle superstiti. Come mi dispiaceva vedere con quanta foga riconquistavano la libertà e si impegnavano in un volo rapido e alto come normalmente non avveniva.

Con gli anni naturalmente smisi i miei crudeli esperimenti, perché arrivai a malincuore a capire che per avere accanto a noi un essere grazioso ed elegante, che ci riempia gli occhi e il cuore, bisogna proporsi con la nostra capacità di seduzione e non con l'inganno o la violenza.
Altrimenti la nostra "preda" si spegnerà o ci abbandonerà appena possibile.

Spero di non nuocere mai più alle farfalle che incontrerò.

sabato 18 maggio 2013

VIAGGIO SOLA.

La settimana scorsa ho trascinato un' amica al cinema proprio per vedere questo film, che avevo sentito descrivere con amore in una trasmissione radiofonica, con ospite l'autrice Maria Sole Tognazzi.
La protagonista Irene, interpretata da una convincente Margherita buy, fa uno strano mestiere:  recensisce hotel di lusso in tutto il mondo e per farlo deve naturalmente recarsi sul posto. E ogni volta, fingendosi una normale cliente danarosa  dalle molte esigenze, testa scrupolosamente tutti i servizi dell'albergo e le competenze del personale, annotando le sue valutazioni.
Con questa vita sempre in viaggio, Irene non ha modo di costruirsi una vita affettiva stabile, ma di questo sembra preoccuparsi maggiormente la sorella Silvia, che le fa da contraltare con la sua famiglia "normale" con due bambine vivaci e un marito con cui l'intimità è già un ricordo.

Un punto fermo di Irene è la complice amicizia con l'ex fidanzato Andrea, che vacilla quando lui sta per diventare padre.
anche Andrea, se pure poco entusiasta del metter su famiglia, pare preoccupato della solitudine di Irene. Mi ha divertito molto la loro discussione sull'andare al cinema da soli di sera, che per la donna è normale perché non vede motivo per cui col progredire del giorno aumenti il grado di disperazione dell'individuo....

Insomma pare che Irene abbia chiaro il suo percorso di vita senza tanti rimpianti, e soltanto la morte di un personaggio significativo che incontrerà durante un viaggio di lavoro la metterà temporaneamente in crisi.
Sembrerà voler dare una svolta drastica alle sue abitudini, ma ....

Questo film, che porta la commedia italiana fuori dai cliché familiari e dal lieto fine fatto di matrimoni, riconciliazioni e nascite, mi ha fatto pensare.
Pensare che forse la felicità può avere per ogni persona un significato diverso, che non c'è un percorso lineare a cui tutti debbano aspirare e termini come solitudine, coppia e famiglia possono avere infinite declinazioni.
Basta voler diventare testardamente se stessi.

Trailer:
http://www.youtube.com/watch?v=85jxuoxttqg

domenica 12 maggio 2013

PORTAMI A BALLARE.

Sì, mamma, portami con te in una delle tue festicciole semplici degli anni Cinquanta, rigorosamente a casa di qualcuno con la mamma nell'altra stanza che ogni tanto fa capolino con una scusa.
Fammi sentire il profumo dei dolci e dei panini fatti in casa, da annaffiare con brocche di aranciata.
Mostrami le timide coppiette che ballano al suono di dischi un po' fruscianti per l'usura.
Fammi ascoltare le conversazioni dei gruppetti di amiche e di amici.
E ti vedo lì: fra tante bamboline graziose tu spicchi per il sorriso aperto e il taglio di capelli corto e comodo. Niente cinguettanti risatine, ma frasi spiritose pronunciate da chi legge, si informa, vive nel mondo.
Per questo sei la più ricercata, dai maschietti che non si intimoriscono.

Ecco, il ballo è finito, riportami nel presente ma prima di lasciarmi, mamma, prova ad infondermi un grammo del tuo coraggio: mi basterà per la vita.


http://www.youtube.com/watch?v=lovCUil0b04

giovedì 9 maggio 2013

IL DOLORE.

il dolore più acuto
ti dà pugni allo stomaco,
ti ubriaca,
finché perdi la testa
ti strappa grida animali.
Il dolore continuo
ti piega la schiena,
ti rompe le ossa,
ti taglia il fiato.
Ma se perdura
ti inquina i pensieri
ti ossida il cuore
ti induce a mentire
perfino a tradire.

CURLYDEVIL

martedì 7 maggio 2013

UNA MAMMA E' PER SEMPRE.

Ogni anno la seconda domenica di Maggio è dedicata alla Festa della Mamma. Vorrei ricordarlo a chi ha la fortuna di avere la madre a portata di abbraccio, perché abbia il tempo di prepararle un regalino o semplicemente una piccola sorpresa che la faccia sorridere compiaciuta.

E poi vorrei dedicare un pensiero a due mamme fantastiche.
La mia mamma, Paola, che ormai da dieci anni non è più con me. Per chi la conosceva era coraggiosa, generosa, socialmente impegnata, ma anche molto spiritosa e scanzonata. Per me era semplicemente tenerissima e coccolona.

Poi penso ad un'altra mamma, mancata recentemente, di cui non conosco nemmeno il nome ma so soltanto che era bellissima e di buon cuore.  Vorrei dirle grazie per aver messo al mondo una delle mie migliori amiche, con cui sorrido, piango, litigo e alla fine torno a sorridere.
Concludo con una canzone di De Andrè, dedicata alla Madre per eccellenza nella nostra cultura religiosa, ma che non ha niente di mistico e può essere dedicata a tutte le mamme del mondo.

http://www.youtube.com/watch?v=qQeb224Jrk0

Auguri a tutte le mamme, a coloro che lo saranno e a tutte quante si sentono mamme dentro.

domenica 5 maggio 2013

LA DOLCEZZA DI UN AMORE IMPOSSIBILE.

Oggi vi parlerò di qualcosa  di molto personale, quasi senza filtri stavolta. Ho esitato nel prendere tale decisione, poi mi son detta:
-che in fondo sono protetta da un nick name
- che alla fin fine non dico niente che non sia abbastanza noto a chi mi conosce dal vivo
-che per una come me, un po' incline a piangersi addosso di fronte alle avversità, poteva dare una bella soddisfazione per una volta lamentarsi potenzialmente di fronte al mondo intero :-)
Ma entriamo nel vivo della questione.
Gli amori impossibili. Per la vostra amica curlydevil si possono fregiare di questo titolo solo gli amori non corrisposti, non quelli che per varie ragioni le due parti in causa non mettono in atto. Qualsiasi ostacolo esterno può essere rimosso, anche a costo di stravolgere la propria vita, ma il non amore dell'altro chiude qualsiasi discorso.

Questa è la mia opinione, dettata forse da un atteggiamento troppo romantico,discutibile ma è un punto di partenza.

Forse tutti avrete sperimentato quegli amori a senso unico che si vivono da ragazzini, in genere prima che arrivino storie vere. Avrete provato trasporto per un personaggio famoso, per un amico del fratello maggiore, per il "figo" della scuola. O il corrispettivo femminile, a seconda dei gusti
Vi sarete consumati in lettere mielose, cuoricini disegnati ovunque, goffi appostamenti per vederlo almeno un istante.  Quanto avete sospirato, ma quanto alla fine erano dolci quei sospiri?
E intanto vi preparavate alle vere pene e gioie d'amore.

Fin qui ho parlato di ragazzini alle prime armi. Ma se a cadere in questi deliri è un adulto, poniamo il caso (!) vicino ai quarant'anni? Quando questo adulto, che chiameremo curlydevil, si inventa un amore che per mille caratteristiche non potrà mai essere ricambiato, e passa da tutte le tappe (compresa l'apparente scemenza)dell'amore pre-adolescenziale?

Calma, lo so, ci sono tanti amori non ricambiati che si vivono anche da adulti, ma in genere dopo un certo periodo ci si fa una ragione del rifiuto, magari prima si combatte anche il tutto per tutto. Questi sono amori maturi, solo un po' sfortunati.

Ho cercato di analizzare più volte questo strano sentimento in cui mi sono letteralmente avviluppata come in una calda copertina, e alla fine penso che sia proprio questa la verità: al momento ho bisogno di sognare un amore più che di viverlo, perché per la seconda fase non ho energie a sufficienza.
E poi il motivo più sotterraneo mi è venuto in mente (naturalmente è un'ipotesi) pensando a una situazione analoga che avevo vissuto in un altro periodo molto buio, quando mia madre si ammalò di cancro e nel giro di tre mesi se ne andò.
All'epoca il pianto per quel collega che io ben sapevo interessato ad un'altra era funzionale ad anestetizzare il mio vero e più profondo dolore: la perdita della mamma, e prima ancora l'impotenza nel vederla andar via.
Questo amore sconsolato dava un che di dolce al mio pianto, e mi tirava su dall'abisso che sembrava inghiottirmi.
Poi con gli anni mi sono fatta (quasi) una ragione della morte di mia madre, e mi sono riaperta a sentimenti più concreti e con più sbocco.

Poi la nuova prova, quella che da qualche anno mi sta sconvolgendo: la perdita della vista.
E di nuovo dolore impotente, paura del baratro, tutto il quotidiano sconvolto.
E questa nuova conoscenza, che mi ha apportato momenti di verità e dolcezza, che ho trasformato nella mia mente in amore a senso unico.
Probabilmente la caparbietà con cui (ma non a livello razionale) mi rifiuto di guardare l'evidenza distrae la mia angoscia nei confronti della mia condizione, mi fa pensare che in fondo se il mio amore fosse ricambiato  non avrei alcun motivo per piangere.
La curly cresciuta sa che non è così, che probabilmente fuggirebbe anche da quell'amore se fosse corrisposto :-)
Però ha tanti pezzi da rimettere insieme e non sa da dove cominciare.Intanto addolcisce un po' la sua angoscia esistenziale.

Lo so , è un trucco e non può andare avanti all'infinito, ma mi fa compagnia in questo tratto difficile della mia vita in cui rischio di precipitare ad ogni passo.

E ora, per rinfrancarvi un po', una bella canzone, dedicata a chi sa sognare.

http://www.youtube.com/watch?v=QacBT4zrKUY

venerdì 3 maggio 2013

POESIA FUORI STAGIONE.

Siamo in piena primavera, sono vestita con abiti leggeri, sento un grande affaccendarsi di uccellini alle mie finestre, ieri pomeriggio ero a gustarmi un gelato al sole in una piazza cittadina.
Però dentro di me è autunno e vedo cadere tante foglie, tante quanti erano i miei sogni, le mie speranze, i miei desideri anche più banali. E allora la poesia che pubblico, stavolta di un grande autore e non frutto di un delirio della sottoscritta, è questa:

VEDER CADERE LE FOGLIE

Veder cadere le foglie mi lacera dentro
soprattutto le foglie dei viali
Soprattutto se sono ippocastani
soprattutto se passano dei bimbi
soprattutto se il cielo è sereno
soprattutto se ho avuto,quel giorno,
una buona notizia
soprattutto se il cuore,quel giorno,
non mi fa male
soprattutto se credo,quel giorno,
che quella che amo mi ami
soprattutto se quel giorno
mi sento d'accordo
con gli uomini e con me stesso.
Veder cadere le foglie mi lacera dentro
soprattutto le foglie dei viali
dei viali d'ippocastani.

                 Nazim Hikmet.