lunedì 29 aprile 2013

VI REGALO UN'EMOZIONE.

L'emozione struggente che ho provato ascoltando ieri per la prima volta questa canzone di Cristiano De André, che ho scoperto essere patrimonio dell'UNESCO (!)
http://www.youtube.com/watch?v=syFVhS-N3D8

Le emozioni sono soggettive, ma spero che commuova un po' anche voi, e allora vi posto anche il testo per assaporarlo meglio.

NOTTI DI GENOVA.
La strada è piena di chiari di luna / e le tue mani vele per il mare / in questa notte che ne vale la pena / l'ansimare delle ciminiere / Genova era una ragazza bruna / collezionista di stupore e noia / Genova apriva le sue labbra scure / al soffio caldo della macaia / e adesso se ti penso io muoio un pò / se penso a te che non ti arrendi / ragazza silenziosa dagli occhi duri / amica che mi perdi / adesso abbiamo fatto tardi / adesso forse è troppo tardi / Voci di un cielo freddo già lontano / le vele sanno di un addio taciuto / con una mano ti spiego la strada / con l'altra poi ti chiedo aiuto / Genova adesso ha chiuso in un bicchiere / le voci stanche le voci straniere / Genova hai chiuso tra le gelosie / le tue ultime fantasie / E adesso se ti penso io muoio un pò / se penso a te un pò mi arrendo / alle voci disfatte dei quartieri indolenti / alle ragazze dai lunghi fianchi / e a te che un po' mi manchi / ed è la vita intera che grida dentro / o forse il fumo di Caricamento / c'erano bocche per bere tutto / per poi sputare tutto al cielo / erano notti alla deriva / notti di Genova che non ricordo e non ci credo / Genova rossa, rosa ventilata / di gerani ti facevi strada / Genova di arenaria e pietra / anima naufragata / Ti vedrò affondare in un mare nero / proprio dove va a finire l'occidente / ti vedrò rinascere incolore / e chiederai ancora amore / senza sapere quello che dai / perché è la vita intera che grida dentro / o forse il fumo di Caricamento / c'erano bocche per bere tutto / per poi sputare tutto al cielo / erano notti alla deriva / notti di Genova che regala / donne di madreperla / con la ruggine sulla voce / e ognuna porta in spalla la sua croce / tra le stelle a cielo aperto / mentre dentro ci passa il tempo / proprio adesso che ti respiro / adesso che mi sorprendi così / che se ti penso muoio un po' / che se ti penso muoio un po' / che se ti penso muoio un po'



mercoledì 24 aprile 2013

MARIAGE POUR TOUS.

Bonjour mes chers amis.... No, non abbiate paura, non ho deciso di scrivere il mio blog in lingua francese.
Buongiorno,dicevo, cari amici, se ho scritto in francese il titolo di questo post "matrimonio per tutti" è perché la notizia arriva dalla Francia. E anche se quel Paese è molto vicino al nostro, almeno geograficamente, credo che per motivi storici, culturali e politici difficilmente una tale rivoluzione varcherà mai le Alpi.
Mi riferisco alla legge che è stata approvata in via definitiva ieri dal Parlamento francese che estende la possibilità di contrarre matrimonio e adottare bambini anche alle coppie dello stesso sesso.
In realtà non è ancora detta l'ultima parola, perché l'opposizione di centro-destra ha presentato ricorso alla Corte Costituzionale, e solo fra un mese se ne conosceranno gli esiti.
Non è stato un iter legislativo semplice, e le opposte scuole di pensiero continuano a contrapporsi nelle piazze anche in modo violento.

Io, come immaginerà chi mi segue da tempo, faccio il tifo perché la legge possa essere promulgata e in giugno possano già celebrarsi i primi matrimoni.

Parto dal presupposto che estendere i diritti a una sempre più larga fascia di cittadinanza non significhi toglierli a chi già li aveva.
E che il potersi sposare e avere figli anche se gay  non trasformerà mai un popolo libero in un popolo di gay. La continuazione della specie è assicurata:-)

La società viaggia su altri binari rispetto alle leggi, e se c'è qualcosa contro natura secondo me è impedire a una persona di amare chi vuole e comprimerne il desiderio di genitorialità.
Quante persone si sono sposate solo per appagare ilbisogno di avere figli salvo poi crearsi una doppia vita o ancora mollare la famiglia quando non ne hanno potuto più per unirsi al vero amore?
Se tutte le famiglie fossero equiparate si vedrebbero sempre meno casi laceranti come questi.

Scusate se in questo post risulto particolarmente pesante, ma voglio aggiungere un'ultima considerazione.

Pari diritti vuol dire anche pari doveri, e questo si rifletterebbe anche sulle coppie gay che non dovessero tenere nel tempo, proprio come può accadere a qualsiasi coppia.
Si potrebbe estendere la legislazione sul divorzio e garantire tutti i membri della famiglia, dal coniuge più debole economicamente, ai minori che dovrebbero poter crescere con entrambi i genitori.
E si porrebbe un'argine all'incomprensione delle famiglie d'origine , che a volte isolano il loro componente "diverso" salvo poi ricordarsene quando c'è da reclamare un'eredità.

Insomma, riassumendo la vedo così: più diritti, più regole, più umanità e più libertà per tutti.

Se a giugno ci saranno i primi matrimoni, tornerò su queste pagine per raccontarvi qualche storia testarda che avrà l'onore delle cronache.

martedì 23 aprile 2013

FERMATA D'AMORE.

Stamattina ho ascoltato alla radio una storia che ho subito sentito il bisogno di riportare su questo blog, dedicato agli amori che non temono sfide.

Un trentatreenne russo, Vitaly, aspetta ormai da due mesi a una fermata d'autobus quello che potrebbe essere l'amore della sua vita
Di lei sa solo che si chiama Mariana, ha i capelli scuri e porta due anelli alle dita.
Si sono scambiati solo qualche parola aspettando l'autobus e poi sul mezzo prima di scendere, promettendosi alla fine di ritrovarsi il giorno dopo alla stessa fermata del numero 80.
Ma il giorno successivo di Mariana nessuna traccia, e così per due mesi ancora.
Questo giovane uomo, di professione programmatore, dichiara di non aver mai creduto al colpo di fulmine prima di questo incontro, ma che da quel giorno non trova pace.

Fino a qualche anno fa avrei deriso questo testardo innamorato, avrei fatto tante considerazioni sensate sull'ossessione amorosa scambiata per un più nobile sentimento, avrei riso pensando alla bella Mariana che sicuramente starà evitando la fermata perché infastidita dalla corte di Vitaly,,,,
finché poi ho conosciuto un sentimento fortissimo in una situazione ancora più assurda.
E rispetto a Vitaly non ho nemmeno il conforto di potermi recare ad attendere questo angelo in un posto dove potrei incrociarlo, perché combinerei solo guai.

E allora auguro a questo ragazzo russo che la sua testardaggine sia premiata, che la sua misteriosa fanciulla si ripresenti con un bel sorriso e che intraprendano insieme un viaggio lunghissimo.

Anche oggi che sto piangendo non posso fare a meno di dire: viva l'amore!.

sabato 20 aprile 2013

L'OSSESSIONE D'AMORE CHE CORRODE.

Amore deluso che corrode il sentimento e la lucidità di un uomo, acido che corrode il viso e il corpo di una donna. Una giovane donna che forse non avrà più il coraggio di guardarsi, pesantemente sfigurata, o peggio che non potrà più guardare nulla se quell'acido sarà arrivato anche a consumare i suoi occhi.

Lucia è una giovane avvocatessa di Pesaro, e sta uscendo di casa quando viene aggredita da un uomo incappucciato che le rovescia addosso dell'acido.
Fra i dolori lancinanti riesce a chiedere aiuto ad una vicina, e poi a sussurrare a lei e ai carabinieri il suo sospetto: che a colpirla sia stato un collega con cui aveva avuto ujna relazione finita male, che continuava ad insistere e importunarla.

Se davvero il colpevole sarà riconosciuto in quel coetaneo che non si rassegnava ad averla perduta, pur avendo già una ragazza e un bimbo in arrivo, si avrà anche l'odiosa aggravante che non sia stato direttamente lui ad agire, ma avrebbe  assoldato uno o due complici.

credevamo che questo genere di attacchi all'integrità fisica delle donne fosse appannaggio di Paesi tanto lontani dal nostro, invece pare che la follia di un maschio respinto conosca ovunque le espressioni più crudeli.

O mia o di nessun altro.

E non importa se così facendo rovino la mia stessa vita e quella di una famiglia che sta nascendo. I sentimenti attuali non sono abbastanza forti da sovrascriversi a vecchi sentimenti feriti.
Perché io ho il sacrosanto diritto di rifarmi una vita, mentre tu, essere inferiore, devi vivere nel mio ricordo e semmai restare a disposizione.

Auguri Lucia, un abbraccio.
E auguri a tutte noi.

sabato 6 aprile 2013

UNA REGINA DEL TEATRO E DEL CINEMA.

Si chiamava proprio Regina, Regina Bianchi, al secolo Regina d'Antigny.
Dopo una vita passata sulla scena, praticamente nata in teatro- la madre attrice la teneva con sé in una cesta sul palco a soli otto giorni  per poter tornare a recitare-si distinse in diverse commedie di Eduardo De Filippo ed ebbe molti ruoli anche nel cinema , con registi quali Vittorio De Sica e i Fratelli Taviani.
Regina ci ha lasciati a novantadue anni nella notte del cinque aprile, ed io la ricordo con ammirazione soprattutto come una delle più intense interpreti del personaggio di Filumena Marturano.


Filumena è la mantenuta di un ricco pasticcere napoletano, conosciuto ai tempi in cui giovanissima si prostituiva in una casa chiusa.

Aveva avuto tre figli, uno dei quali proprio dal pasticcere Don Mimì. Ma a nessuno dei tre aveva rivelato di essere la madre, anche se provvedeva alla loro crescita sottraendo piccole somme all'uomo che la manteneva in casa.

Con gli anni si era però stancata di fare la moglie a tutti gli effetti senza avere un riconoscimento sociale dato da un vero matrimonio.
Quindi un giorno si finge morente per indurre Don Mimì pietosamente a sposarla.
quando a cose fatte rivela l'inganno però scopre che il matrimonio estorto con questo metodo non è valido.
Allora si decide a parlare al suo uomo dei tre figli, e lo avvisa che uno di essi è figlio suo.
Inutile per l'uomo tentare di scoprire chi sia, Filumena mantiene il segreto per evitare che concentri le sue attenzioni solo su di lui.

Alla fine la tenace donna, direi proprio testarda come piace a me, riesce a farsi sposare e a far riconoscere i tre figli al marito, che finirà per commuoversi quando i ragazzi dopo la cerimonia lo chiameranno papà.
E così nasce una nuova famiglia che noi oggi potremmo chiamare allargata, con ombre sul passato ma con tanta storia ancora da scrivere.