lunedì 11 febbraio 2013

INDOVINA CHI VIENE A CENA.

Alzi la mano chi non ha mai visto almeno qualche spezzone di questo famoso film commedia del 1967.
Non mi sento di dire che non dimostri il tempo che ha,ma trovo che il cast e alcuni intensi dialoghi la rendano indimenticabile.

Nella famiglia di Joey, figlia di una coppia agiata e liberal di San Francisco, arriva lo scompiglio quando la ragazza annuncia di aver conosciuto da pochi giorni l'uomo della sua vita, che intende sposare al più presto per poterlo seguire nei viaggi di lavoro.
Già questo precipitare di rivelazioni basterebbe a spaventare i suoi, ma c'è di più: il fidanzato di Joey è un medico afro-americano, quindi di colore.
La ragazza convince comunque la famiglia ad invitare a cena lui insieme ai genitori, ma a loro volta anche questi non sanno che l'amata del loro figlio è una ragazza bianca.

Sarà un incontro difficile, dove ognuno proporrà le proprie ragioni, finché il padre di joey, con le belle e sofferte parole che riporterò più sotto, esprime di aver compreso la forza di un amore che non ignora le barriere ma è pronto a sfidarle.

Ora che il presidente degli Stati Uniti è frutto di una famiglia mista potrebbe sembrare che le difficoltà paventate dal padre della ragazza siano del tutto superate, ma sappiamo che non èp proprio così né negli Stati Uniti né da noi.
La costante immigrazione nel nostro Paese, e d'altra parte la maggiore mobilità  dei nostri giovani, ci porta spesso a confrontarci con coppie non solo assortite nella pigmentazione della pelle, ma anche nella religione e nelle usanze
E non tutte le famiglie sono pronte alla sfida in termini di reciproco adattamento che queste unioni comportano.

A una ragazza che conoscete bene, una trentenne (allora) di nome curlydevil, capitò di chattare per un po' con un ragazzo interessante, scoprendo in un secondo momento che lui era Pakistano e viveva in Italia con una numerosa famiglia allargata, ed era fervente musulmano.
La vostra amica decise a priori di non approfondire la conoscenza, anche se il giovane per molti versi la incuriosiva, per timore di innamorarsi e attirarsi un bel po' di guai. A cominciare da un padre molto meno illuminato di quello di Joey....
non si è mai pentita di questa scelta, ma onestamente il dubbio sottile di aver perso qualcosa di prezioso non la a mai abbandonata.

Scena dal film:

http://www.youtube.com/watch?v=0O61uGQy75c

13 commenti:

  1. Che bel post, curly... Non sai quanto mi intrighi! Non per richiamare la favola della volpe e l'uva, ma forse con il pakistano hai fatto meglio a lasciar perdere. Non in quanto pakistano, ma in quanto fervente musulmano ... Un abbraccio forte forte. Sentimi vicina anche da lontano.

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  2. Hai centrato il problema cara, in effetti la mia perplessità era proprio quella. ti avverto però che nemmeno con un ultra- cattolico mi sentirei bene. Mi piace costruirmi giorno dopo giorno, da sola, il mio sistema di regole e di valori.
    Un abbraccio vicino vicino.

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  3. D'accordo: un ultra cattolico fanatico, un musulmano fanatico o un esponente ultraconvinto della new age per me pari sono! Ci deve essere un'adesione lucida, autonoma e razionalmente ispirata al proprio sistema di valori. Un abbraccio lontano e vicino!

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  4. Bel post, bel film, sempre attuale! Hai toccato, inoltre, un problema molto interessante: credo che si possa essere di qualsiasi colore e di qualsiasi nazione, ma, almeno per me, conta la mente e la sua apertura. Leggi, regole, valori imposti non mi appartengono - fanatismi religiosi, politici, culturali o alimentari non fanno per me. ;) Un grande abbraccio!

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  5. condivido quel che dici Veronica, anche se devo ammettere che qualche piccolo accenno di fanatismo ce l'ho anche io ... ma deve essere il mio e non sono disposta a sposare quelli altrui :-)

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  6. Una splendida coppia che spesso mi sovviene in questi casi è quella che si costituì tra John Lennon e Yoko Ono: chi meglio di loro ha dimostrato l'assolutezza dell'amore? Il problema nasce quando si è costretti a contestualizzare, ovvero ci si trova imbrigliati in logiche illogiche e razziste, purtroppo ancora dure a dissolversi. Riguardo alle generazioni a venire mi trovi piuttosto ottimista, ma per adesso, come bene dici, quel film conserva ancora una buona parte di triste attualità. Grazie per lo spunto, buona serata.

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  7. Caro Doc, purtroppo nessun amore può essere avulso da un contesto,a parte quelli non vissuti. Non parlo di quel che pensa la gente e nemmeno delle leggi, ma della mentalità di cui ognuno è portatore e che a volte è inconciliabile con quella dell'altro. Questo può accadere anche fra vicini di casa, ma è statisticamente più facile che avvenga fra persone nate ed educate a tanti chilometri di distanza.
    naturalmente quando si riesce a mediare senza che uno dei due cancelli se stesso si hanno unioni salde e stimolanti.

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  8. Difficile rispondere a queste problematiche senza essere banali e mantenendo una lucida razionalità avulsa da stereotipi. Credo nella possibilità che menti illuminate possano uscire dagli ingabbiamenti dovuti a culture e radici che li tengono in ostaggio però credo anche che l'uomo sia frutto del contesto in cui vive e a pochi è dato di avere davvero larghi orizzonti in cui spaziare fino a incontrare l'altro, un'altro così diverso.

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  9. Secondo me il problema principale risiede nella progettualità che ciascuno di noi coltiva: io ad esempio non potrei mai stare con uno che mettesse al centro dei suoi valori una famiglia numerosa e una donna angelo del focolare.
    Che si tratti poi di passare il giorno festivo in chiesa, nella moschea o in una sede di partito poco importa. :-)

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  10. Io smisi di frequentare un ragazzo per molto meno! Mea culpa. Conosciuto a Londra, ma Spagnolo di nascita e di vita.....non me la sono sentita di trovarmi di fronte alla scelta. Amo troppo l'Italia e la mia casetta! Sbagliando però, perchè magari avremmo vissuto un mese di passione folle e poi si sarebbe dissolta.Chissà...... non ho rimpianti, ma curiosità e un pizzico di rabbia verso il mio pensare troppo al futuro, si!!!! Ciao!

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  11. Ahimè tu mi somigli in troppe cose cara STE, ti compiango davvero :-) Per fortuna comunque ora hai il tuo principe e la tua principessina.
    Un abbraccio.

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  12. Carissima Curlydevil, grazie davvero per questo post.
    Con te e STE condivido il 'vizio' di pensare troppo al futuro a volte. Per fortuna nei momenti cruciali mi ha finora assistita un pizzico di sana follia che ha stemperato il "difetto".
    Le grandi differenze sono sempre una sfida interessante, ma credo sia necessario valutare se ci sono le condizioni per accettarla. Se l'orizzonte dell'altro è totalitario e non ha posto per il nostro,è una falsa sfida.. è una partita già persa e un incontro mancato fin dall'inizio.
    Ho rivisto la scena finale del film dopo tantissimo tempo e mi sono sorpresa a commuovermi.
    E' davvero di grandissima attualità.
    Penso, per esempio, a quanto il discorso del padre di Joy sarebbe liberante e rivoluzionario se in un'ipotetica nuova versione, 'chi viene a cena' fosse un'altra donna e il matrimonio desiderato fosse quello con un'altra lei.

    A presto Curlydevil!

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  13. con una persona libera quanto me, con la mia stessa mentalità, mi concederei anche una prova senza pensare troppo al futuro, ora che crescendo sono diventata meno seriosa e più intraprendente.
    E quel ragazzo aveva girato il mondo, sapeva tante lingue,aveva un bel modo di esprimersi... ma dava l'idea di essere comunque conservatore in fatto di emancipazione femminile.
    E a me guai a dirmi che cosa devo fare e con chi posso parlare!

    Quanto a una ipotetica Joey che inviti a cena la sua fidanzata e commuova il padre, beh spero di vivere abbastanza per vedere qualcosa del genere.

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