giovedì 17 gennaio 2013

L'AMORE AI TEMPI DELLA CRISI.

Questa triste vicenda risale al novembre 2012, ma ne parlo soltanto adesso perché non venga dimenticata ora che è passata l'ondata di clamore suscitata dai media.

Isabella ha solo trentaquattro anni e già una grande responsabilità: mantenere col suo lavoro i quattro figli, dai quattro agli undici anni, e un marito reso parzialmente inabile da una malattia.
Isabella gestisce un bar alla periferia di Roma,dalla mattina alla sera sette giorni su sette per cinquantacinque euro al giorno rigorosamente senza contratto.
E per arrivare lì le occorrono circa quattro ore di viaggio sui mezzi pubblici fra andata e ritorno.
Vive in una casa sul litorale romano con vista sul mare, ma quel mare non può mai vederlo perché parte la mattina prima dell'alba e torna la sera quando il sole è tramontato da un pezzo.

Negli ultimi tempi Isabella si sente molto affaticata, ma non vuole assentarsi dal lavoro perché il proprietario non la pagherebbe.
E stringe i denti, rassicurando amorevolmente il marito, finché una mattina crolla per un malore mentre attende la metropolitana.

Il marito Alessandro naturalmente non si dà pace e inoltra una denuncia contro il proprietario del bar.
ma intanto la vita deve continuare, per lui e le loro quattro creature.
La vicenda commuove tutta Italia e varca anche i confini nazionali, richiamando solidarietà sottoforma di messaggi ma anche di offerte concrete e collette spontanee.
nel quartiere dove la giovane donna serviva i suoi ottimi dolci sempre con un sorriso, inizia un flusso incessante di persone che riempiono costantemente la cassetta delle offerte messa a disposizione da un'edicolante.



Ilmarito istituisce anche un conto corente postale per venire incontro alla generosità di chi vorrebbe donare ma si trova lontano.
Alla fine dell'articolo vi copio il link della notizia sul messaggero (quotidiano romano), dove potrete trovare l'Iban e anche indirizzi mail per scrivere alla famiglia. Vi invito però a verificare prima che sia tutto ancora attivo.

In una intervista televisiva ascoltai Alessandro che chiedeva se qualcuno avesse da offrirgli un lavoro, che non comportasse però sforzi fisici . Se fosse riuscito a reimpiegarsi utilmente avrebbe potuto lasciare la cura dei bambini ad altri familiari.
Non so dirvi se in questo breve periodo per l'uomo ci sia stata una offerta concreta: difficile di questi tempi ma a volte la magia della tv può dove altre forze si arrendono.
 Lo  auguro di cuore a questa famiglia modesta ma capace di restare pulita e unita nelle difficoltà più estreme.


Ed ora vi incollo il link da cui trarre i dati se volete contrinuire in prima persona, anche solo con un augurio. Vi ripeto: verificate l'attualità degli indirizzi e del numero di conto

http://www.ilmessaggero.it/roma/storie/isabella_viola_foto_intervista_alessandro_marito/notizie/236174.shtml.  

5 commenti:

  1. Carissima Curly, avevo sentito questa storia qualche mese fa in tv, se non erro l'avevano raccontata a Che tempo che fa. Ero rimasta allucinata da quanto accaduto. Una sensazione tra l'amaro in bocca e la consapevolezza che l'amore sia la cosa più grande che esista, l'unica che ti porta al sacrificio per chi ami.
    Hai fatto benissimo a ricordarla!
    Un abbraccio.

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  2. Ne hanno parlato diverse trasmissioni, ognuna con il suo taglio: a "che tempo che fa" aveva speso delle belle parole l'ottimo Gramellini. Ne ho parlato a qualche tempo di distanza perché di solito vicende forti come questa ci toccano nel profondo e scatenano gare di solidarietà, ma poi sono inevitabilmente soppiantate da altri drammi e ci si dimentica.

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  3. Il Verga non passa mai di moda, purtroppo. Anzi. Sostenere quel carico di lupini, oggi, diventa sempre più difficile. Forza e dignità dimostrate da questa famiglia sono davvero encomiabili. Grazie per la condivisione, buona serata.

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  4. Anch'io avevo ascoltato la storia - commovente e assurda a un tempo - dalle belle parole dell'ottimo Gramellini, come dice bene curly. Fatti come questi rinforzano in me la convinzione che le idee politiche e i comportamenti sociali e individuali non sono tutti uguali. Se ci fosse più uguaglianza, maggiore radicamento dei diritti, una più equa distribuzione del reddito, storie come queste non accadrebbero. D'accordo con Veronica: grazie per averci ricordato questa vicenda, triste ma esemplare. Un abbraccio.

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  5. Sommersi da notizie di vario genere e da gossip beceri e invadenti a volte storie importanti ci sfuggono. Questa non l'avevo letta né sentita. Che cosa dire? E'l'immagine delle disuguaglianze profonde che ci son sempre state e che nei tempi futuri si acuiranno ulteriormente. Non credo più che sia possibili una società equa: il sogno sembrava realizzabile ma da allora sono passati...più di 40 anni e direi che peggio di così non poteva andare. Ti abbraccio.

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