venerdì 3 maggio 2013

POESIA FUORI STAGIONE.

Siamo in piena primavera, sono vestita con abiti leggeri, sento un grande affaccendarsi di uccellini alle mie finestre, ieri pomeriggio ero a gustarmi un gelato al sole in una piazza cittadina.
Però dentro di me è autunno e vedo cadere tante foglie, tante quanti erano i miei sogni, le mie speranze, i miei desideri anche più banali. E allora la poesia che pubblico, stavolta di un grande autore e non frutto di un delirio della sottoscritta, è questa:

VEDER CADERE LE FOGLIE

Veder cadere le foglie mi lacera dentro
soprattutto le foglie dei viali
Soprattutto se sono ippocastani
soprattutto se passano dei bimbi
soprattutto se il cielo è sereno
soprattutto se ho avuto,quel giorno,
una buona notizia
soprattutto se il cuore,quel giorno,
non mi fa male
soprattutto se credo,quel giorno,
che quella che amo mi ami
soprattutto se quel giorno
mi sento d'accordo
con gli uomini e con me stesso.
Veder cadere le foglie mi lacera dentro
soprattutto le foglie dei viali
dei viali d'ippocastani.

                 Nazim Hikmet.

5 commenti:

  1. Grazie per la condivisione dei tuoi stati d'animo e della poesia di Hikmet. Ti auguro di cuore che dentro di te possa germogliare presto una nuova primavera. Un abbraccio.

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  2. Le foglie che cadono: un processo naturale, necessario a successive fioriture... Grazie per questa breve gita fuori stagione. Buon week-end.

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    1. E' vero, cara Curly, veder cadere le foglie lacera perché evoca un ciclo che si chiude ma se spii con attenzione quell'albero spesso, contemporaneamente o quasi alle foglie che cadono sembrano spuntare i primi germogli. E se per motivi temporali si deve aspettare un po' basta crederci: prima o poi arrivano sempre. Io ne sono certa. Auguri!

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  3. A volte però gli alberi si seccano. E anche le persone.

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